È violenza contro le donne ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. (art 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne)

Qualche dato sul fenomeno:

  • Quasi 7 milioni le donne tra i 16 ed i 70 anni hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita (31,5 % delle donne).
  • 4,4 milioni di donne hanno subito violenza psicologica dal partner attuale.  Quasi 3,5 milioni  (il 16% delle donne) sono state vittime di stalking.
  • Femminicidi: dal 2000 una donna viene uccisa circa  ogni 2 giorni, nel 70,5% dei casi nell’ambito famigliare. Nel 60% dei casi i femminicidi sono stati preceduti da molestie e violenze di vario genere e in larga parte sono ad opera del partner.
  • In Lombardia: il 31,4% delle donne tra i 16 e i 70 ha subito violenza fisica o sessuale dal partner o dall’ex partner nel corso della vita.             

                                                 (*Dati ISTAT 2014, Eures, 2014)

Come si manifesta? Come la riconosciamo?

Esempi di violenza di genere sono:

  • Molestie sessuali sul lavoro
  • Prostituzione coatta
  • Violenza sessuale
  • Abuso sessuale intrafamiliare ai/alle minori
  • Maltrattamento ai/alle minori
  • Mutilazioni sessuali
  • Matrimonio coatto
  • Femminicidio
  • Aborto selettivo
  • Stalking
  • Violenza nelle relazioni intime
  • Violenza assistita

Più in generale parliamo di violenza

  • fisica
  • sessuale
  • psicologica
  • economica
  • stalking

Perché è difficile denunciare?

Le donne sentono spesso di non poter essere credute, il più delle volte non ci sono testimoni o segni visibili per cui la donna non pensa di poter dimostrare in alcun modo quello che ha subito. Inoltre le donne sentono di essere colpevoli di quanto accade all’interno del ciclo della violenza, spesso sono convinte che siano loro stesse a provocare l’uomo e, quindi, giustificano il comportamento di quest’ultimo o comunque sperano che lui possa cambiare.

Non da ultime sono le preoccupazioni relative a cosa accadrà loro una volta denunciato l’uomo: “verrà arrestato e poi, una volta fuori, terminerà quello che ha iniziato?”, “mi porteranno via i bambini?”, “dovrò nascondermi per sempre?”, ….

Perché è difficile intervenire?

Lavorare con le donne vittime di violenza è complesso poiché esse sono estremamente ambivalenti nei confronti del maltrattante e, spesso, ritrattano quanto raccontano in fase acuta. Il processo di uscita dalla violenza, inoltre, è spesso molto lungo e non privo di intoppi e ostacoli da superare.

Come intervenire: il lavoro del CTA

Il CTA, a partire dal 2012, ha acquisito sempre maggiore competenza nella gestione di servizi antiviolenza nel territorio del Legnanese e, da giugno 2017, nel Distretto Est Milano.

L’obiettivo è di accogliere, sostenere e supportare le donne vittime di violenza di genere attraverso un’equipe femminile multidisciplinare costituita da psicologa, assistente sociale e avvocato. Durante i colloqui con le donne si:

  • Valuta il rischio
  • Contengono i vissuti
  • Motivano ad un percorso
  • Propone un progetto di uscita dalla violenza

La metodologia utilizzata prevede l’utilizzo di un ascolto empatico e non giudicante, la co-costruzione con la donna di un progetto di uscita dalla violenza e, fondamentale, un lavoro di rete con i Servizi del Territorio.