E’ online il programma completo del Convegno internazionale di Erikson “Prendiamoci cura di me. Servizi, scuole, famiglie per la tutela dei minori” del 9 e 10 novembre 2018 a Rimini.

L’obiettivo del Convegno è favorire la riflessione e lo scambio tra i professionisti che operano con bambini e ragazzi in difficoltà nei servizi sociali, nelle scuole, nei servizi sanitari, nel Terzo settore e nel volontariato.

Tra i numerosi interventi interessanti, anche quelli del dott. Vadilonga e delle dott.sse Gloriana Rangone e Elena Cabiati di CTA
– Quali sono le difficoltà che gli operatori della tutela minori incontrano di fronte al conflitto in famiglia? – dott.ssa Gloriana Rangone
– La sfida dell’interprofessionalità: confini e collaborazioni tra psicologi e assistenti sociali – dott.ssa Gloriana Rangone dott.ssa Elena Cabiati

A fronte di situazioni così delicate e complesse come quelle di tutela minorile, parrebbe scontato che un intervento integrato – psicologico e sociale – adeguatamente sostenuto dalla magistratura, sia non solo il più indicato, ma anche l’unico che permetta di comprendere e aiutare bambini, ragazzi e famiglie. Tuttavia, all’interno dei Servizi per la tutela dei minori questa sinergia non sempre risulta essere scontata e di semplice realizzazione. Spesso le collaborazioni sono complesse, non solo tra operatori e famiglie ma anche tra gli stessi professionisti, rendendo difficile rispondere a queste domande: quali sono le competenze dell’assistente sociale? Cosa dovrebbe fare uno psicologo? A chi spetta incontrare i bambini e ragazzi, fare visite domiciliari, dialogare con professionisti di Servizi esterni? Considerando la pratica operativa, talvolta il dialogo tra le due figure è talmente intenso che un osservatore esterno farebbe fatica a distinguere i due profili professionali, talaltra gli interventi appaiono giustapposti e scarsamente integrati. Come è possibile riconoscersi reciprocamente e collaborare efficacemente senza perdere la specificità della propria professione? Fino a che punto assistenti sociali e psicologi possono flettere i rispettivi ruoli senza depotenziarsi, senza perdere di efficacia o di autorevolezza? Il simposio si propone di discutere, con il coinvolgimento dei partecipanti, questi delicati temi con l’obiettivo di delineare prospettive di collaborazione tra psicologi e assistenti sociali che, valorizzando differenze di ruolo e di competenze, si costituiscano come efficace risorsa di aiuto per lavorare con bambini, ragazzi e genitori.

– “Dimmi da dove vengo”: la ricerca delle origini tra normativa e identità – dott. Francesco Vadilonga

Da dove vengo? Qual è la mia storia?” sono domande che, in maniera più o meno consapevole, ci si inizia a porre sin da bambini e le cui risposte rappresentano le fondamenta sulle quali ciascun individuo costruisce la propria identità. Quando una persona è stata adottata, la sua storia è caratterizzata da un momento in cui l’Autorità Giudiziaria, per garantire il suo benessere, definisce da un lato l’interruzione dei rapporti con la famiglia in cui è nata, dall’altro la costruzione di nuove relazioni, sia giuridiche che affettive, con la famiglia adottiva. Questo comporta quindi che la storia di quell’individuo sia caratterizzata da una frattura costituitasi nel momento in cui è stato dichiarato lo stato di adottabilità. La necessità di conoscere ciò che c’era prima di quella sentenza rappresenta comunque un bisogno esistenziale che, ad un certo punto della vita, sorge nella maggior parte di coloro che hanno vissuto l’esperienza adottiva. Nel simposio verranno affrontati i principali aspetti legati al tema della ricerca delle proprie origini, grazie al contributo di alcuni professionisti che lavorano sul campo (sia all’interno dei servizi, sia all’interno del Tribunale per i Minorenni) e alla preziosa presenza di un esperto per esperienza, un adulto adottato che ha ripercorso la propria storia ricostruendola e recuperando nomi, volti e storie dei propri familiari.

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