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Gruppi di mutuo sostegno per assistenti sociali

INTERVISTA A ELENA CABIATI

assistente sociale con esperienza nell’ambito del lavoro con le famiglie e i minori, ricercatrice e docente di Metodologia del servizio sociale e Social work interculturale presso l’Università Cattolica di Milano, formatrice e supervisore di équipe nell’ambito della tutela minorile.

 

Come è nata l’idea di organizzare dei gruppi di supporto online per assistenti sociali?

Nel corso delle prime settimane di emergenza COVID-19, parlando con alcune colleghe assistenti sociali, ho percepito in loro il bisogno di confronto e di sostegno per affrontare al meglio le complicazioni di questo periodo. Premetto che il servizio sociale è una professione che è in emergenza per definizione, e che il lavoro degli operatori sociali è sempre complesso, anche in assenza del virus. Tuttavia, in queste settimane di emergenza sanitaria, gli assistenti sociali sono chiamati ad accogliere nuove sfide e soprattutto a cambiare, almeno in parte, gli strumenti del loro lavoro, in primis le modalità attraverso cui si relazionano all’utenza.

Da qui è nata l’idea di creare gruppi virtuali di mutuo sostegno per facilitare le assistenti sociali nello scambio di informazioni, nella condivisione di strategie ed esperienze, ma anche di fatiche, vissuti ed emozioni.

La cooperativa C.T.A. di Milano, con cui collaboro da oltre dieci anni, ha fin da subito creduto nell’idea. Così in pochi giorni, grazie alla collaborazione di diverse persone, abbiamo lanciato l’iniziativa: un gruppo dedicato alle assistenti sociali dell’area Minori e famiglie e un altro dedicato a coloro che sono impegnate nell’area Anziani, non autosufficienza e grave emarginazione.

Nelle prime 48 ore ho ricevuto oltre 40 richieste di adesione, e nei giorni successivi il numero è arrivato a 60! Questi numeri hanno confermato l’esistenza del bisogno e mi hanno incoraggiata nell’accompagnamento dei gruppi.

Dal 1 aprile 2020 i gruppi si incontrano settimanalmente, rispettivamente il mercoledì e il giovedì pomeriggio.

La maggioranza delle assistenti sociali iscritte ai gruppi (tutte donne!) sono lombarde, ma ci sono colleghe anche dal Piemonte, dal Veneto e dalla Toscana.

Il plauso dell’ordine

A distanza di pochi giorni dalla promozione dei gruppi, il Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Lombardia nella persona della presidentessa, dott.ssa Mirella Silvani, mi ha contattata per esprimere soddisfazione verso l’iniziativa e per offrire il patrocinio all’evento. Si è trattato di un passaggio importante perchè nei momenti più difficili l’Ordine professionale è un riferimento fondamentale per gli operatori sociali. In questi giorni stiamo attivando la procedura per il riconoscimento dei crediti formativi alle assistenti sociali che partecipano ai gruppi di sostegno.

 

Quali bisogni portano gli assistenti sociali durante i gruppi?

Nel primo incontro abbiamo richiamato due regole base del lavoro di gruppo: la riservatezza e il parlare in prima persona. In molti casi le assistenti sociali si sono presentate e conosciute per la prima volta online. Tuttavia, fin da principio, il clima dell’incontro si è contraddistinto per spontaneità e vicinanza.Nel gruppo è palpabile il desiderio di aiutarsi reciprocamente. La partecipazione è gratuita e libera: ciascuna assistente sociale porta al gruppo ciò che sente e al livello di profondità che desidera.

L’attività è accompagnata con un basso grado di strutturazione; generalmente l’incontro inizia con il racconto della settimana lavorativa da parte delle assistenti sociali e con la condivisione degli aspetti su cui si vorrebbe ragionare con il gruppo. In genere, non appena presa la parola, le partecipanti danno direzione all’incontro, esplicitando “ho pensato che vorrei chiedere al gruppo questo…” oppure “Io sono preoccupata per…” o ancora “nel nostro Servizio è successo che…”.

Durante l’incontro si susseguono domande molto pratiche (ad esempio in merito ai software utilizzati per effettuare l’attività a distanza), confronto sugli aspetti organizzativi (per la gestione dei buoni spesa) o di metodo (su come è possibile fare un’indagine psico-sociale a distanza o su come gestire e organizzare l’assistenza al domicilio per una persona in condizioni di non autosufficienza).

Prioritariamente le assistenti sociali ricercano e offrono supporto e confronto sulle criticità e sulle preoccupazioni che interessano il loro lavoro, ma non si fermano mai a questo. In tutti gli incontri sono stati condivisi anche risultati positivi, esperienze di successo, progressi e speranze!

Le interazioni verbali e visive sono accompagnate anche dall’utilizzo di una chat che nel mentre dell’incontro permette a tutte le partecipanti di annotare e scambiare contatti e informazioni pratiche.

Una parte importante dell’incontro è generalmente dedicata alla condivisione dei vissuti. In questi primi incontri, per descrivere il loro stato d’animo, le partecipanti hanno spesso nominato la parola «impotenza». Il gruppo si è mostrato accogliente verso questi e altri vissuti, e il mio compito è stato quello di stimolare le assistenti sociali a ragionare su “cosa è in loro potere fare” e “su cosa già stanno facendo”.

I tre gruppi al momento attivi (due relativi all’area minori e famiglie e uno all’area anziani, non autosufficienza e grave emarginazione) sono molto diversi tra loro. Le assistenti sociali hanno esperienze professionali distinte e lavorano in Servizi diversi (talvolta anche in Regioni diverse), ma si evidenziano forti punti di comunanza. Il punto più forte di comunanza tra le assistenti sociali è il desiderio di ciascuna e di tutte di fare bene il proprio lavoro!

 

Dal tuo punto di vista, coma valuteresti questa esperienza?

Fin dal primo incontro di gruppo ho esplicitato che anche per la sottoscritta questa è un’esperienza nuova. Con CTA ho già avuto l’opportunità di facilitare dei gruppi di auto-mutuo aiuto, ma mai online attraverso una telecamera! A oggi posso dire che l’esperienza si sta rivelando molto interessante per me.

Alla fine di ogni incontro, dal momento in cui premo il pulsante per chiudere il collegamento online e fino alla settimana successiva in cui lo riattivo per dare avvio a una nuova sessione, ho occasione di riflettere sui contenuti emersi nei gruppi, sulle questioni che sono state condivise e sulle parole utilizzate. Tra le tante riflessioni che questa esperienza sta muovendo in me, sicuramente c’è il senso di ammirazione verso le colleghe.

Ogni mercoledì e giovedì, ascoltando le assistenti sociali e guardando le loro espressioni, resto sorpresa dalla portata delle criticità che si riversano sui Servizi, ma soprattutto dalla loro determinazione e creatività per riuscire (nel rispetto delle restrizioni) a superare gli ostacoli e a far arrivare alle persone, famiglie e comunità la loro presenza. E’ una presenza forte e importante che anche in queste settimane drammatiche continua a esprimersi con serietà e vigore.

Per quanto tempo continuerà questa iniziativa?

Il futuro dei gruppi è più che mai aperto…le assistenti sociali rinnovano il desiderio di proseguire nell’esperienza di settimana in settimana. L’accordo è di continuare a incontrarsi online finchè le partecipanti ne sentiranno l’utilità e finchè le condizioni di lavoro, per molte di loro sempre in evoluzione, lo permetteranno.

 

La cooperativa CTA esprime grande soddisfazione per questa iniziativa e per la possibilità di supporto a tutti gli assistenti sociali che con tenacia e passione continuano a svolgere il proprio lavoro nelle condizioni di grande difficoltà di questi tempi.

Un ringraziamento particolare a Elena Cabiati per averci proposto la sua idea ed essersi messa a disposizione per concretizzarla e condurla con tutta la sua competenza ed empatia.

 

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