Mostra fotografica "La mia storia sulla pelle"

Tracce indelebili sul corpo che raccontano origini, identità e appartenenze di chi vive esperienze di affido e adozione.

INTRODUZIONE 2

Identità

La pelle è un elemento di costruzione dell’identità, e i suoi segni sono caratteristiche identitarie che proponiamo al giudizio dell’altro.

Se il sentimento dell’io è così legato alla pelle, è perché essa è il luogo dove si produce il contatto più immediato con il prossimo e con il mondo.

La scrittura sulla pelle costituisce una forma di accessorio estetico che riguarda una rappresentazione del sé, urlata e trasgressiva, marginale e radicale, ma a volte anche l’affermazione di una parte di sé autentica e scoperta con fatica.

Per chi è stato adottato o cresciuto in affido, il processo di ricerca e definizione della propria identità può essere molto lungo, elaborato e doloroso; l’adozione taglia le persone da una parte di loro stesse.

Richiede di integrare il passato con il presente, di provare nuovamente dolore per le perdite subite, di trovare la forza di immaginarsi nel futuro.

I tatuaggi ci mostrano tentativi di esprimere, attraverso immagini suggestive, eroiche e simboliche i momenti di questo processo.

“Il mio tatuaggio raffigura la storia della mia nascita, partendo dal punto chiave che sarebbe il punto di domanda esterno, per poi raffigurare all’interno le iniziali di dove sono nato e la data di nascita più in basso.”

“Una volta ultimato sulla mia pelle, mi sentivo come se una parte di me non si potesse più cancellare.”

“Il significato del tatuaggio è che il diamante nasce dal carbone un po’ di schifezze e poi diventa ciò quindi una cosa preziosissima e un po’ come noi noi possiamo nascere male e in cose poco belle ma possiamo diventare importanti e brillanti e possiamo fare cose importanti.”

“Questo tatuaggio è legato al mio sogno di essere felice… che nonostante la mia storia la mia “nuova” vita poteva regalarmi felicità e la realizzazione dei miei sogni!”

“Il sole è la mia luce, la felicità che avevo perso e che ora ho ritrovato e che non devo mai più riperdere. E’ un promemoria questo tatuaggio, che mi deve ricordare di essere felice.”

Integrazione

La genialità dei tatuaggi consiste nella loro capacità di comunicare e mettere in comunicazione uno o più mondi così lontani nella realtà, eppure così vicini nel cuore.

Uno dei compiti delle persone adottate o cresciute in affido è quello di mettere insieme “i pezzi” della propria vita: da un lato quelli connessi alla situazione attuale e ai legami del
presente, dall’altro quelli relativi al passato e alla famiglia d’origine.

Le diverse appartenenze e i cambiamenti significativi della vita non possono essere eliminati o dimenticati.

Devono piuttosto essere integrati in una prospettiva di continuità del sé che aiuti a costruire un’identità integrata.

Alcuni tatuaggi di questa mostra esprimono con forza questo bisogno e tracciano la strada da perseguire.

“Le iniziali di mia madre biologica, quelle dei miei genitori adottivi e di mio fratello. Li ho tatuati tutti uniti sul cuore come se fossimo tutti di un’unica famiglia.”

“Le iniziali sono di tutti i miei genitori, sia di quelli adottivi che di quelli di sangue.”

“I miei tatuaggi rappresentano il passato ed il presente, la nazione in cui sono nata e i miei genitori adottivi che sono sempre stati fondamentali nella mia vita dal momento in cui mi hanno adottata fino ad oggi, come lo saranno anche in futuro.”

“Il mio tatuaggio rappresenta l’unione tra la famiglia adottiva e quella biologica. Sopra al nome di mia madre è rappresentata una coccinella simbolo di fortuna (nel ritrovarla), tra le lettere dei miei genitori adottivi è rappresentato un cuore perché sono i miei genitori del cuore, non della pancia.”

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