Mostra fotografica "La mia storia sulla pelle"

Tracce indelebili sul corpo che raccontano origini, identità e appartenenze di chi vive esperienze di affido e adozione.

INTRODUZIONE 1

Origini

Il passato è un serbatoio culturale da cui attingere per definire e per scegliere la propria identità. Il contesto dell’adozione come lo conosciamo ancora oggi, fondato sul mistero e sull’omissione di informazioni, produce le domande e spinge alla ricerca. 

I tatuaggi qui presentati ci raccontano che per chi è stato adottato o cresciuto in affido entrare in contatto con il proprio passato può essere doloroso. Ma provare dolore è normale.

Non esiste un modo giusto o sbagliato per esprimere il dolore e non c’è un calendario preciso per stare male.

Tuttavia i tatuaggi ci mostrano anche come le origini rappresentino un’ineludibile possibilità di pacificazione. 

“E’ legato a quella parte della mia vita che mi ha causato molto dolore, ma che fa parte di me e non posso dimenticarla, ma nello stesso tempo devo ricordare che io sono ora diversa e ho bisogno di nuove amicizie e di nuovi luoghi in cui poter amarmi ed essere amata. ”

“Tatuarmi L’Africa è stato come riappropriarmi di qualcosa, e allo stesso tempo sentirmi appartenere a qualcosa.”

“E’ stato per me come compiere un viaggio di ritorno alle origini, alla natura primitiva e primordiale.”

“Nel giorno in cui io mi tatuavo pensavo a tutta la mia storia e del dolore che quando ti tatui va via.”

“La luna è la mia madre naturale, l’infinito è l’amore per sempre, per tutti noi.”

“Nonostante sia lontano, amo il mio paese d’origine.”

“Ho reagito a diversi eventi con la dovuta forza interiore cercando di vivere a pieno la mia vita sapendo di avere sempre con me il ricordo vivo di mio fratello e di nostra madre che ha salvato noi rinunciando alla sua vita per amore nostro.” 

Appartenenza

In numerose società i segni corporali indicano uno status all’interno della comunità, manifestano l’appartenenza a un gruppo, a un determinato sistema di valori, a una specifica affiliazione religiosa.

Creano in definitiva un vincolo con l’intero universo.  L’adozione ti precipita dentro una storia che è già cominciata, di cui si vede l’epilogo, ma di cui non si conosce il prologo, o meglio, l’antefatto.

È come leggere un libro a cui mancano le prime pagine; è come arrivare quando lo spettacolo è già iniziato… 

La sensazione che hanno coloro che sono stati adottati di essersi persi qualcosa non li abbandona mai e non può che essere così, perché qualcosa manca davvero.

Diventa allora importante sviluppare appartenenza, sentirsi parte della nuova famiglia e del nuovo mondo in cui si è approdati. 

I tatuaggi di molti ragazzi adottati o cresciuti in affido segnalano l’esigenza di sancire la nuova appartenenza, tracciando su di sé, come un segno indelebile, un tatuaggio che legittimi e rinforzi il legame costruito.

“Ho tatuato la faccia del lupo con la data del giorno in cui sono arrivato in Italia, perchè prima ero un lupo solitario. Adesso quel lupo solitario è entrato in un branco chiamato FAMIGLIA. ”

“Siamo andati con i miei genitori dal tatuatore e tutti e tre ci siamo fatti lo stesso tatuaggio.”

“L’ancora è il simbolo dell’Unione, sopra c’è un cuore che simboleggia l’amore e sotto ci sono
le nostre iniziali, formate da una corda continua.”

“Il tatuaggio è il simbolo della mia adozione. Rinato in una nuova città, in una nuova famiglia. Come una fenice che è morta e risorge dalle proprie ceneri.”

“Ho fatto tatuare il nome di mia mamma sul petto, per sempre vicino al cuore, insieme a una
rosa che richiama il suo cognome. Sul braccio ho il nome di mio papa’, che e’ forte e saggio.”

“Ho voluto tatuare i loro nomi perche’ sento di appartenere a questa famiglia, e anche se non
e’ scritto nel mio DNA, e’ scritto sulla mia pelle e nel mio cuore.”

“Io sono la loro Gioia e loro la mia e senza loro io sarei persa sarei sola e abbandonata. Quindi
la rosa rappresenta l’amore buono e pulito che loro mi danno e le spine il periodo più brutto
della mia vita.”

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